Fin dalle origini i cristiani ebbero coscienza di appartenere ad un’assemblea, una comunità. Da subito, quindi, i luoghi in cui radunarsi divennero essenziali per potersi ritrovare e essere veramente una comunità, un insieme di persone il cui senso ultimo risiedeva nella relazione fondamentale con Dio.
Nei primissimi tempi i cristiani erano soliti radunarsi nelle case private, dove poter celebrare i Santi Misteri ma poi, a causa delle persecuzioni, finirono per ritrovarsi in luoghi appartati. Dal termine delle persecuzioni i luoghi di culto divennero al contrario sempre più visibili e soprattutto riconoscibili.
I luoghi della comunità divennero i luoghi della liturgia, ovvero luoghi privilegiati dell’incontro con Dio, ed è per questo che i vari elementi che compongono un edificio sacro hanno un valore funzionale allo svolgimento dei riti, ma anche un valore fortemente simbolico.
Le chiese della Diocesi
La chiesa è sempre stata in stretta relazione con le persone: attraverso la diffusione capillare di cappelle, oratori, chiese grandi o piccole, possiamo valutare quanto nei secoli la loro presenza fosse di fondamentale importanza per le comunità, e quanto ancora oggi siano un elemento di forte caratterizzazione dei piccoli borghi, delle campagne e delle città disseminate nel territorio diocesano.
Dall’antica pieve di Santa Maria di Luni, prima sede vescovile, all’attuale cattedrale di Cristo Re alla Spezia, passando attraverso l’antica cattedrale di Santa Maria Assunta in Sarzana, le chiese del territorio raccontano una storia lunga quindici secoli.
La cattedrale di Luni, nota anche come la pieve di Santa Maria (o Plebs Civitatis), fa parte dell’area archeologica dell’antica Luna, colonia romana fondata nel 177 a.C. L’edificio sorgeva nell’area sud-occidentale dell’abitato. La chiesa, non più esistente dal XIII secolo circa, è stata individuata da campagne di scavo che hanno permesso di comprendere che fu edificata tra la fine del IV e l’inizio del V secolo, su una domus romana a sua volta risalente all’epoca repubblicana. Si ritiene che la diocesi di Luni sia stata fondata proprio nel V secolo. [Sito di Luni]
Le pievi e il territorio
La parola pieve deriva dal latino plēbs, plēbis (plebe, popolo) termine con cui, nel Medioevo, si indicava il complesso dei fedeli, ma anche l’edificio di culto in cui si riuniva la comunità. La nascita delle prime pievi in Italia è attestata intorno al VII secolo e si diffusero poi in tutta l’Italia centro settentrionale nel corso dei tre secoli seguenti. La diffusione del cristianesimo ha interessato in primo luogo i più importanti centri abitati e -più o meno lentamente- anche le campagne dove si trovavano insediamenti sparsi. Le chiese collocate nelle principali città, definite cattedrali, vennero dunque scelte come sedi dell’autorità vescovile. In esse, infatti, era collocata la ‘cattedra’ del vescovo, da cui deriva il loro nome, simbolo del suo potere. Ogni cattedrale controllava una diocesi, cioè un distretto territoriale, in cui a sua volta sorgevano altre chiese di minori dimensioni. A partire dall’età altomedievale si diffonde nei documenti il riferimento ad alcuni particolari edifici religiosi di campagna con l’attributo di “pieve”. Con questo termine viene identificata una chiesa dotata di battistero che dipendeva direttamente dal vescovo e che controllava un ambito territoriale nel quale potevano trovarsi diversi villaggi con chiese più piccole, generalmente sprovviste di fonte battesimale.