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Reliquie e Reliquiari

Il termine “reliquia” viene dal latino relinquo, che significa “lasciare”. Dunque reliquia è ciò che si lascia, ciò che resta, ciò che rimane. Ognuno di noi conserva degli oggetti amati che tengono vivo il ricordo di un antenato o di qualcuno a cui abbiamo voluto bene e ci sembra che questi possano in qualche modo costituire un mezzo di contatto con i nostri cari.

Ma di un santo, che cosa rimane? La prima cosa che resta di un santo è il suo corpo. Dalle reliquie tratte direttamente dal corpo discendono tutte le altre reliquie “da contatto”, che si distinguono secondo la maggiore o minore “vicinanza” al santo. Inoltre, ci sono gli oggetti che il santo toccò, gli strumenti che egli usò, gli abiti che egli indossò …Per conservare le reliquie in modo decoroso e funzionale alla devozione, vennero realizzati dei particolari contenitori, elaborati da artigiani abili nella lavorazione dei metalli preziosi e delle gemme, definiti reliquiari. Questi, se contenenti reliquie riconosciute autentiche dalla chiesa, vengono portati in processione e acquisiscono un posto privilegiato nell’edificio ecclesiastico. Ad esempio, in età carolingia si diffuse molto l’uso di venerare le reliquie dei santi ed aumentò la circolazione di questi oggetti sacri a tal punto da comportare la ristrutturazione di alcuni edifici di culto al fine di inserire uno spazio apposito, la cripta, collocata sotto l’altare maggiore, dove venissero conservati e fossero visibili ai fedeli i sacri resti, spesso attraverso finestrelle (fenestellae confessionis).

A Sarzana sono conservate importanti reliquie, alcune molto famose, come il Preziosissimo Sangue che secondo la pia tradizione è arrivato a Luni nel 782, assieme al Volto Santo, crocifisso scolpito, a bordo di una piccola nave senza equipaggio, né vele. La scultura venne trattenuta dal vescovo di Lucca, mente l’ampolla con il sangue di Cristo fu custodita dal vescovo di Luni nella cripta della cattedrale in un prezioso reliquiario in argento di manifattura siriana (oggi al Museo Diocesano di Sarzana) e successivamente trasferito nella cattedrale di Sarzana nel Medioevo.

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